“Ambiente – Cultivar – Tradizioni” Banca Mediolanum 5 luglio 2016

10 Luglio 2016 by

Il Convegno: “l’ambiente, la varietà coltivata e le tradizioni
ha avuto inizio con i saluti istituzionali da parte di Guido Falgares e Francesca Tamburello:
agli organizzatori dell’evento, i dirigenti della Banca Mediolanum: dott. Dario Di Salvo – Area Manager,
dott. Mauro Lo Vasco – Group Manager, dott. Alessio Costa – Financial Banker;
agli ospiti, i clienti della Banca Mediolanum (circa 200);
alle Cantine, Dott. Renato Di Lorenzo – Azienda agricola “Feudi Disisa” – territorio di Monreale;
dott. Dino Taschetta – Cantine Colomba Bianca – Val di Mazara; dott. Giuseppe Di Marco – Cantina Patria – Castglione di Sicilia.
Il mio particolare ringraziamento al dott. Di Lorenzo per averci portato il “Chara” 2015 – (Catarratto e Inzolia) miglior vino bianco al mondo con il punteggio di 94/100.
Il dott. Mauro Lo Vasco, organizzatore dell’evento, ha ringraziato gli intervenuti e ha spiegato come da anni il Gruppo Mediolanum favorisce non solo la partecipazione dei cittadini alle informazioni di carattere finanziario, ma mette anche a disposizione dei propri clienti le “stanze” di Palazzo Notarbartolo per degli eventi che riguardano i loro interessi, i loro hobby.
Gli interventi dei relatori Guido Falgares e Francesca Tamburello sul tema del convegno sono stati interessanti e particolarmente graditi da un pubblico numeroso ed attento.
Gli ospiti hanno quindi iniziato il percorso tra i “banchi d’assaggio” predisposti nelle magnifiche “stanze” di Palazzo Notarbartolo.
In una degustazione edonistica l’orizzonte è il piacere che può essere accresciuto e perfezionato. I sommeliers Loredana, Roberta e Renato ci hanno consentito di accedere alla consapevolezza di ciò che si stava bevendo, permettendo così di trarne un appagamento evoluto e completo.
Le mie impressioni:
il risultato, in termini di contenuti e di partecipazione del pubblico, è stato lusinghiero, al di là delle aspettative; le mie impressioni, una conseguenza necessaria.
Il termine chiave che riunisce tutti gli aspetti del mio intervento è “equilibrio”.
A qualche giorno da quel martedì, aggiungo “fermiamoci”, il pianeta non può in alcun luogo reggere i valori attuali.
Sono seduto nella campagna siciliana. Ulivi, viti, rosmarino e lavanda. Pietre centenarie sapientemente unite a creare antiche dimore. Penso che un giorno mi piacerebbe vivere qui, in questo profumato angolo silenzioso, dove le foglie mosse dal vento ancora si possono sentire. Ma sfoglio i rapporti delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea: tutti concordi nel dire che i miei figli potrebbero essere seduti dove sono io ora. Con attorno un deserto.
Stiamo correndo — da ormai più di cento anni — troppo veloci.
La tecnosfera, inorganico prodotto delle attività umane, sta mangiando ingorda la biosfera, organico dono di natura. Ogni momento, ogni anno, un boccone più grande. Industrie, inceneritori, megastore, maxiparcheggi, superstrade e grattacieli. Tutto così grande…
Guidati da sentimenti di onnipotenza, andiamo incontro – ignoranti e incoscienti — al voluto, tragico destino. Siamo pazzi. E’ una schizofrenia collettiva che andrebbe curata ora, drasticamente. Invece pochi ci provano, molti non sanno, qualcuno finge di non crederci.
Consumiamo, sprechiamo, inquiniamo. Ci ammaliamo per la folle corsa al progresso sbagliato. Stiamo stressando la terra, i mari e i cieli. La temperatura terrestre sale per i gas serra sempre più difficilmente assorbibili.
L’effetto serra da benefico garante della mitezza climatica si sta trasformando in minaccia alla sopravvivenza della specie umana sulla Terra.
L’obiettivo è limitare l’aumento della temperatura media globale attraverso la diminuzione dei gas serra.

“per giungere a questa verità sarà necessario aiutare la vigna ad

  essere sempre più espressione di un  terroir sopprimendo tutte le

  pratiche agricole ed industriali che distruggono la vita del suolo e

  frenano quella “fotosintesi clorofilliana” che è il legame della

  linfa con il sole, vera sorgente di gusto, colori e profumi”

Non ci sono dubbi su realizzabilità e sostenibilità economica dell’obiettivo, nonché sulla compatibilità con la crescita su scala mondiale.Ci sono tutte le condizioni tecniche e di mercato per avviare il cambiamento e uscire dall’economia del petrolio attraverso riduzione dei consumi e «efficienza energetica nei trasporti, nell’industria e nel settore residenziale, a parità di confort e servizi».
La superiorità schiacciante della resa dell’energie rinnovabili è contenuta nella loro non esauribilità, nella garanzia di un approvvigionamento eterno. La superiorità effettiva del petrolio è contenuta in giochi di potere di difficile inversione, di geopolitica e finanza internazionali. Non è questa la sede dì approfondimento di simili dinamiche, ma non possiamo ignorare quanto siano determinami nelle decisioni globali.

Proviamo a ripensare il nostro mondo.
Mi sveglio, colazione a base di caffè e ciambella casereccia. Una bella doccia. Finché ci insaponiamo l’acqua non serve. Tra l’altro superata la quantità gratuita giornaliera d’acqua, c’è un surplus da pagare. Che tepore in questa casa.
L’inverno è rigido, ma con le nuove finestre abbiamo ottenuto un isolamento termico-e un risparmio sulla bolletta – prima impensabile. Per la verità il risparmio è staro permesso anche dall’installazione, parzialmente finanziata, di pannelli fotovoltaici. E da qualche mese abbiamo anche iniziato a vendere l’energia prodotta ai vicini.
Oggi ritirano il vetro, lo preparo. Scendo al parco macchine condominiale e ne prendo una. Si tratta di car sharing, un piccolo investimento a condomino per la comodità di tutti con l’eliminazione delle auto superflue. Cerchiamo di utilizzare i mezzi pubblici – il mese scorso il comune ha ampliato la rete di tram, anche perché sempre più zone adiacenti al centro sono state chiuse al traffico privato – ma quando l’auto è indispensabile, non manca mai. La pista ciclabile del quartiere ci consente di svolgere le piccole commissioni quotidiane in bicicletta.
Abbiamo tutto a portata di mano. Devo tornare presto, nel pomeriggio vengono a ripararmi il computer. Da un po’ hanno smesso di propormi la sostituzione con uno nuovo: da quando molti oggetti rimangono di proprietà del produttore, la riparazione e il riutilizzo dei pezzi è loro interesse, anche perché lo smaltimento è a loro spese.
Dopo il lavoro vado a fare la spesa alle mie botteghe di fiducia. Negli ultimi anni ho rinunciato alla parziale comodità dell’ipermercato, sto privilegiando i prodotti di stagione, locali e naturali. Ho guadagnato delle belle chiacchierate con il fornaio e la fruttivendola.
A molti di noi può sembrare non facile: non importa, è necessario; ad alcuni improbabile e assurdo, ma l’assurdità è ciò che stiamo compiendo.
Palermo 11 luglio 2016

Guido Falgares

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