Cena 04/02/2015 “ I prodotti di qualità del territorio”

10 Novembre 2015 by

Come ormai di consuetudine, si è svolta, giorno 04/02/2015 presso il locale “Oliver Wine House” di Palermo,  una cena organizzata dall’associazione Dioniso a cura del Dott. Guido Falgares, all’insegna dei prodotti di qualità del territorio siciliano.

Ed è stata proprio l’ottima  cucina tipica del locale e l’azienda “Baglio D’oro” a rappresentare la qualità e la peculiarità del territorio siculo.

Presenti alla cena, anche, il proprietario dell’azienda Sig. Giuseppe Laudicina  e l’enologo Sig. Giuseppe Laudicina (semplice omonimia) che, con molta fierezza e sinteticità, hanno saputo far appassionare i commensali ai propri vini e ad invitare tutti a visitare la loro cantina e l’annesso museo etnoantropologico, siti in Marsala.

Questa è una provincia dalle mille sfaccettature vitivinicole, ma con un patrimonio  di cantine di nicchia che producono vini di alta qualità come la Baglio D’oro.

L’azienda nasce dalla tenacia di Giuseppe Laudicina, “Don Pino”, uomo d’altri tempi, che ha tramandato al figlio Francesco, al genero Michele Cottone e ai nipoti l’amore per la terra e per il vino.

Le famiglie Cottone e Laudicina hanno fatto rivivere i “vecchi poderi” per dare forma ad una moderna cantina in cui tecnologia e tradizione si fondono col presupposto concreto di recuperare, valorizzare e promuovere un “territorio”; una operazione di “marketing culturale” che mira al rilancio della cultura come strumento di promozione, di salvaguardia del patrimonio storico, artistico e ambientale.

“Noi produciamo vino per comunicare e far conoscere il territorio… e non per mero business”.

Particolare e ben studiata, la produzione vitivinicola che l’enologo tiene a precisare e spiegare: una caratteristica aziendale, ad esempio, è data dal fatto  che non affinano il vino in botti di legno, ma i sentori legnosi, che si manifestano, all’esame olfattivo, sono prodotti dal tannino del vinacciolo dell’uva, per i vini rossi.

Quattro i vini abbinati al menu: Syrah, Nero D’Avola, Merlot e Grillo vendemmia tardiva.

La cena ha avuto inizio con un cocktail, tra i più famosi, rivisitato da Nino di Oliver, un Negroni a base di Nero D’Avola, bitter campari e prosecco.Divertente e innovativo aperitivo che fa apprezzare il vino anche in accoppiamento con altri alcolici.

La prima portata era composta dal tipico “street food” palermitano, sempre apprezzato , come panini con la milza, panelle e salsiccia e un cestino di rucola con all’interno parmigiano e tartare di salumi ( tra cui una squisita mortadella avvolta da cotenna al posto del budello), in abbiamento con un Syrah dal tannino accentuato e dalla buona alcolicità, che si sposava perfettamente alla grassezza e all’ untuosità dei panini. Vino assolutamente necessario per questa tipologia di cibo, che necessita di una forte contrapposizione.

E’ stato, invece, il Merlot, più elegante e meno invasivo, ad accompagnare la seconda portata che prevedeva: risotto con zucca rossa Talé, mitico formaggio a pasta molle di capra (Amantea/Akraghina/girgentana) e guanciale croccante di suino nero; gnocchi freschi di ricotta alla norma con “grattata” di ricotta salata madonita. Vino ben strutturato e equilibrato, che esaltava le mille sfaccettature aromatiche dei piatti date dai ricercati prodotti.

Come ultimo vino rosso proposto, abbiamo degustato un ottimo Nero D’Avola che accompagnava un maialino in crosta con erbe aromatiche e  timballo (flan) di caciocavallo di vacca modicana e fonduta della stesso. Ottimo il maialino dall’eccezionale tenerezza e dalla buona succulenza, che abbracciava, in toto, la tannicità e la buona struttura del vino.

La cena si è conclusa con un Grillo vendemmia tardiva abbianato ad un dolce preparato e studiato da Francesca di Oliver, a base di crema di ricotta su un letto di croccante. Forse un po’ troppo questo dolce per il vino che, invece, si abbinava perfettamente ai dolcetti alle mandorle ed al cacao (meno stucchevoli), portati successivamente.

Una frase  folcloristica e allegra ci è rimasta in mente, pronunciata da una commensale, che ha chiuso in bellezza una serata decisamente SICILIANA!:

Alla salute dei nostri padri, che si futtieru i nostri matri

e chi ficiru sti beddi figghi”

Roberta Ambrosi

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