Visita presso la cantina Cristo di Campobello di Licata

18 Ottobre 2015 by

Enocultura non è solo degustazione ma anche viaggiare, osservare, conoscere ed incontrare chi realmente dedica la sua vita alla produzione del vino. E’ proprio ciò che si è proposta di fare l’associazione Dioniso sabato 11 aprile, organizzando, a cura del Dott. Guido Falgares e la sommelier Francesca Tamburello, per i suoi soci, una visita presso la cantina “Baglio del Cristo di Campobello”, sita nella provincia di Agrigento.

Questa è una di quelle cantine così dette di “nicchia” ma di altà qualità, che, ad oggi ,risulta essere una delle più quotate non solo a livello Italiano, ma anche in oltre 32 paesi del mondo. Dunque, un’azienda che doveva essere visitata e capita in ogni sua sfaccettatura. Per questo, di fondamentale importanza, è stata la presenza del proprietario della stessa, Carmelo Bonetta, che ha accolto i soci nella sua tenuta e accompagnati durante tutta la visita, spiegando e raccontando, tramite anche cenni storici, la vita e la grande scalata effettuata dall’azienda dalla sua nascita fino ad oggi. L’impegno, l’appartenenza alla  propria terra e alle orgini, l’amore per un lavoro, molte volte sacrificante ma allo stesso tempo gratificante, creano le fondamenta di questa grandiosa azienda.

La storia del Baglio parte proprio dal nome che viene acquisito non solo dalla zona, Campobello di Licata, ma anche dalla contrada in  cui è sita, “Cristo”.  In essa, infatti, è situato un Cristo, collocato li 200 anni fa, da un agricoltore che lavorava quelle terre, in seguito ad una grazia chiesta e ricevuta al Cristo. Da quel giorno divenne un luogo di culto e di pellegrinaggio, soprattutto dagli anni ’30-‘40,  che vedeva numerosi fedeli recarsi proprio li per pregare o per porgere un fiore.  L’azienda, di fatti, inizia a prendere forma nei primi anni del 2000, subendo, però, una grossa crisi durante il 2006-2007, ma che fu superata grazie alla tenacia ed al duro lavoro della famiglia Bonetta che non si arrese.

Particolare e affascinante è il “terroir” di questo Baglio, 50 ettari totali di cui 30 di vigna, prevalentemente gessoso,a  300 metri a livello del mare ed a 5 chilometri dalla costa di Licata, risulta ottimale per i vitigni autoctoni siciliani ed anche per quelli alloctoni.

Il lavoro in cantina è particolarmente seguito e viene data un’attenzione quasi maniacale. Infatti, negli anni sono state effettuate delle microvinficazioni, in delle micro aree della vigna, che hanno portato, ad oggi, alla massima espressione del loro vini e alla fondamentale tipicità degli stessi. Tipicità che risulta essere cardine dell’azienda.

Un decina le etichette prodotte, partendo dai vini base, da pasteggiare giornalmente a tavola fino alle eccellenze, che hanno fatto conoscere il nome in tutto il mondo. I soci dell’associazione Dioniso, al termine della visita in vigna ed in cantina, hanno potuto degustare i vini in loco, accompagnando il tutto ad un bouffet, che prevedeva ovviamente piatti tipici della zona, che è stato offerto dalla casa.

A fare da star della degustazione è stato il rosato a base di Nero D’Avola. Particolare già dall’etichetta, che ha come sfondo un merletto antico tipico delle donne siciliane, appartenuto alla nonna del Signor Carmelo, arricchisce la gamma dei C’D’C’. Vino leggero, con una freschezza ed acità gradevole ed adatta al periodo estivo, si sposa perfettamente con antipastini tipici del territorio, come le panelle.

Anche gli altri due vini offerti non sono stati da meno. Diciamo che quest’ultimi rappresentano l’eccellenza e la tipicità dell’azienda: il Laudari e L’Adenzia. Notiamo anche già dal nome l’attaccamento alla propria lingua, Laudari( lodare) e Adenzia (dare udienza= prestare attenzione). Il primo chardonnay, in purezza, esprime in toto l’essenza del vitigno: ottima struttura, buona freschezza e sapidità, note fragranti, di agrumi e vaniglia, che risalta<no immediatamente al naso. Il secondo, invece, a base di  Nero d’Avola e Syrah e Cabernet Sauvignon non esita ad esplicare le migliori qualità di tutti e tre i vitigni.  Vinificato in rosso con macerazione sulle bucce per 15-20 giorni a temperatura controllata, 12 mesi in serbatoi acciaio/legno di rovere francese e almeno 6 mesi in bottiglia. Struttura e corpo eccellenti, dall’ottima morbidezza ed dall’equilibrata alcolicità con una buona freschezza.  Insomma non possiamo far a meno di averli sulle nostre tavole quotidianamente!

Al termine della visita e del bouffet i soci hanno salutato tutto lo staff della cantina con la promessa di ritornare al più presto a visitare questo luogo veramente incantevole!

 

“La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma.”

 

Roberta Ambrosi

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