Cena 10 Aprile: Auguri pasquali!

16 Aprile 2014 by

Una cena all’insegna delle eccellenze enogastronomiche siciliane, quella vissuta dai soci dell’associazione Dioniso di Palermo, che si sono riuniti giovedì 10 Aprile presso il locale “Oliver Wine House”, per scambiarsi gli auguri pasquali.

Come sempre è Guido Falgares ad accogliere tutti i commensali e, da buon conduttore,  dopo averli fatti accomodare, ha spiegato l’iter che avremmo seguito grazie agli abbinamenti cibo-vino.

Ricercato e studiato nel minimo dettaglio il menù ricco di peculiari prodotti autoctoni, opera dei proprietari del locale Nino e Francesca, preannuncia un delizioso viaggio enogastronomico all’insegna della sicilianità.

Abbiamo cominciato con uno squisito antipasto composto da “insalata, con il tonno fresco, i frutti di terra pantesca e l’olio extravergine agli agrumi” , all’apparenza molto semplice ma dall’incredibile ricercatezza dei prodotti utilizzati, abbinato ad uno spumante a base di catarratto dell’ Alto Belice   “ Nadir”.

Un abbinamento per contrapposizione che vede scontrarsi la tendenza dolce e lieve grassezza del tonno con la sapidità e freschezza delle bollicine, ed ancora, l’aromaticità del piatto con complessità aromatica gusto-olfattiva dello spumante.

Seconda portata è stata il “Tortino di melanzane con spaghetti di Tumminia, un cuore di provola dei Nebrodi, il ragù di maialino nero e le scaglie di ricotta salata dei Nebrodi”. Particolare e rara la pasta utilizzata a base di farina di Tumminia, ottenuta dal lento sfregamento delle macine a pietra, è una farina integrale leggermente burattata e contiene oligoelementi del germe di grano e un po’ di crusca.

Il tutto è stato abbinato ad un catarratto extralucido, in purezza, “Isolano” dell’azienda Valdibella di Camporeale.

A questo punto è intervenuto il Vice-presidente dell’Azienda Massimiliano Solano, che ha parlato in particolare dei vini presenti alla cena. Vini biologici, prodotti con lieviti autoctoni, che conferiscono al vino un assoluta complessità olfattiva. Vini di nicchia e di assoluta qualità. In particolare “l’Isolano” si rende protagonista della serata, imbottigliato da neanche 2 settimane. Particolare l’abbinamento con il tortino che risulta assolutamente idoneo perché da un lato abbiamo la freschezza, la sapidità, la leggera alcolicità che si sposa con la tendenza dolce della pasta e delle melanzane fritte e la grassezza della provola all’interno, ma anche con la lievissima acidità del pomodoro che non si accentua ma diventa piacevole.

La cena continua con la “legumata con crostoni di pane nero di Tumminia e olio extravergine dei Giardini di Canalotto”.

Particolare attenzione è stata rivolta ai legumi utilizzati, tutti provenienti dalla zona di Leonforte, tra Enna e Nicosia. Piatto a cui abbiamo continuato ad abbinare “l’Isolano”  da cui non ci si riusciva a staccare data la sua incredibile versatilità.

A seguire è stato servito uno dei piatti tipici della cucina tradizionale palermitana ovvero “brociolone aggrassato” con caciocavallo di vacca cinisara e purè, il tutto accompagnato  da un Perricone in purezza dell’azienda Valdibella “ Acamante”. Un vino dal nome imponente che ricorda la storia dell’omonimo guerriero di Troia che, tornato dalla guerra e venuto a sapere del suicidio della consorte Filliade e della sua successiva trasformazione in albero di mandorlo, ad opera di Atena, non potè far altro che abbracciarlo facendolo fiorire. Una similitudine molto ricercata e adatta al tipo di lavoro di ripresa del territorio che svolge ormai da anni questa azienda nella provincia di Camporeale. Buono l’abbinamento con il piatto, fondamentale il ruolo del tannino e dell’alcolicità che ha smorzato i toni grassi e untuosi  propri della pietanza.

Per concludere è stato servito un dolce tipico Pasquale rivisitato: tranci di colomba con ricotta dolce fresca, con canditi e cioccolata foldente abbinato ai Moscati Passiti delle Doc “Siracusa” e “Noto” delle Cantine Blundo e Gulino.

Questa una serata all’insegna della “ricchezza” enogastronomica Siciliana che ha mostrato, in toto, la sua opulente tipicità.

Roberta Ambrosi

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