5. Un vitigno due categorie di vini eccezionali

Quando si pensa al Nebbiolo vengono subito in mente due grandi vini da invecchiamento: il Barolo e il Barbaresco. In realtà uno dei più grandi pregi di questo vitigno è la sua poliedricità, che gli permette di esprimersi, con la stessa grandezza, sia nella categoria dei vini in grado di conservarsi e migliorare, dopo un lungo affinamento in bottiglia, sia in quella dei vini da bere in gioventù.
Nel primo caso avremo vini che si caratterizzano per complessità e finezza olfattiva abbinate ad un’austera pienezza gustativa, che li rendono vini con pochi rivali da temere al mondo.
Rientrano in questa categoria oltre al Barolo e al Barbaresco anche Sforzato di Valtellina, Gattinara, Ghemme, Boca, Bramaterra e Carema. Trattandosi però di Nebbiolo e di territori molto variegati, una classificazione schematica non è facile infatti, tante denominazioni possono rientrare in una categoria o nell’altra solo in base al cru o al produttore.
Nel secondo caso, invece, avremo vini dove l’immediatezza e la golosità del frutto fanno dimenticare l’aspetto più severo del tannino e vengono sprigionati nell’immediato sentori fruttati di lampone e fragola e quelli floreali della viola, regalando al vino un’invidiabile freschezza gustativa.
Ovviamente la presenza e l’intensità delle caratteristiche appena descritte sono piuttosto graduali e si va quindi dalla forza tranquilla ed elegante dei Lessona, Sizzano, Fara, Roero, al diletto puro fornito dai Langhe Nebbiolo d’annata. Nelle denominazioni come Coste della Sesia Nebbiolo, Colline Novaresi Nebbiolo, Nebbiolo d’Alba e Canavese Nebbiolo lo stile più o meno immediato del vino dipende dalla volontà del produttore.

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